giovedì 12 settembre 2013

Vito Cesaro regista di un teatro di impegno civile

Salerno 12 settembre 2013-09-12

Questa mattina  è stato presentato “Il pallone di pezza”, spettacolo teatrale  che sarà messo in scena per la prima volta a Buccino sabato 14 settembre, alle 20, 30, nella chiesa di Sant’Antonio, nel quattrocentesco convento agostiniano edificato sulle mura dell’antica Volcei.


 Vito Cesaro (regista), Claudio Lardo (attore), Nicola Parisi ( sindacodi Buccino), Enzo Landolfi e Josè Elia (girnalisti)

Per un giorno l’abside della chiesa diventerà la scena di uno spettacolo che tratta di un sentimento autentico, la pietas, che non vuol dire accettazione passiva del destino ma rispetto per chi viene oscurato e dimenticato dalla storia.

 A 70 anni esatti dall’episodio vero accaduto a Buccino il 16 settembre 1943, quando un aereo inglese che sorvolava il paese mitragliò la piazza del paese  mentre era in corso una partita con un pallone di pezza tra ragazzi.


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Claudio lardo racconta la storia di quella partita in uno spettacolo che recupera l’evento e le testimonianze, ne ricompone la trama, ne ricostruisce il contesto, storico affettivo e materiale, restituendo a quei nomi e a quelle vite la dignità di protagonisti.


Scritto da Claudio Lardo con Enzo Landolfi e la collaborazione di Giampiero Moncada, per la regia di Vito Cesaro, Prodotto da Assoteatro.


Così l’attore bellizzese Vito Cesaro diventa il regista di un teatro di impegno civile o se vogliamo di denuncia.

Il  fatto storico
E’ il 16 settembre del 1943. Gli uomini sono al fronte, anziani donne e bambini sono a casa, in un luogo che sembra protetto dalle montagne che lo circondano e dalla pianura che lo separa dalle rotte del conflitto. Come ogni giorno, nella piazza del paese, i più piccoli si danno appuntamento per un rito che appartiene alla normalità della vita quotidiana: la partita di pallone.

Si gioca con un pallone di pezza, con scarpe che non sono quelle dei calciatori, sul fondo di pietra della piazza che non è propriamente un manto erboso, ma è come se lo fosse. Nell’immaginazione dei ragazzi, i padri sono sugli spalti a guardarli anche se non ci sono spalti e i padri sono in guerra. Un aereo sorvola il paese. Non è la prima volta che accade.

A pilotarlo è un tedesco, un italiano, un inglese, un americano? 

Nel rimescolamento di alleanze seguito all’armistizio non si sa chi è nemico e chi è amico, ma i bambini sono abituati a salutare ogni aereo che passa, non conoscono le insegne militari e nemmeno si pongono il problema di chi ci sia a bordo.

La partita, appena iniziata, si interromperà di colpo, con un risultato che non premierà nessuna delle due formazioni, sette contro sette.

I bambini muoiono mitragliati da un fuoco amico, dovuto alla guerra o una crudeltà gratuita ed inspiegabile.

L’eccidio dei bambini è stato ricordato solo nel 2004.

 L’episodio dei bambini di Buccino è stato rimosso per decenni, fino a quando nel 2004 Enzo Landolfi pubblica Vite in gioco, un libro di racconti dedicati a persone, avvenimenti, imprese, che esaltano lo sport come valore assoluto.
Il primo dei racconti di Landolfi è dedicato ai bambini che giocavano con un pallone di pezza nella piazza di Buccino, suo paese natale, il 16 settembre 1943. 


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